Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

sabato 30 gennaio 2010

Animal Factory

Prigionieri dei luoghi comuni

Animal Factory (2000)
di Steve Buscemi
azione/drammatico

C'erano le premesse perchè il film potesse offrire uno spaccato interessante sulla vita carceraria americana, suggerendo spunti sottili che potevano emergere dal rapporto tra Earl (Wille Dafoe sorprendente rasato), detenuto da anni e leader del carcere, e il novellino Ron (Edward Furlong, fu eccellente rasato in America History X) che a lui si affida. Anche perchè il testo all'origne è opera di Edward Bunker, scrittore noir visto anche sullo schermo con Tarantino (fu Mr. Blue ne Le Iene) e già frequentatore di prigioni a 17 anni. Ma il dramma perde presto le vie del ben più lirico Le ali della libertà, trasformandosi in un film infarcito dei più classici luoghi comuni sulle prigioni con tanto di nonnismo, bande, regolamento di conti, omosessualità e tentativi di fuga. E anche la critica al sistema penitenziario che trasforma gli uomini in bestie viene sacrificata ben presto sull'altare della retorica.

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