Grotteschi bastardi in cerca di gloria
Le concert (2009)
di Radu Mihaileanu
commedia
Le struggenti note di Tchaikovsky accompagnano la fiabesca storia di Andrei Filipov, grande direttore d'orchestra dell'Unione Sovietica licenziato durante il regime comunista perchè difese i suoi musicisti ebrei. Un funzionario del governo interruppe il concerto e con esso la sua vita e quella dei talentuosi artisti che lavoravano con lui. Trent'anni dopo fa le pulizie al Teatro Bolsoj, ma il pensiero vola sempre là, a quel filo interrotto con la sua passione e il suo destino. Grazie ad un espediente riuscirà a farsi scritturare dal Thèatre du Chalet di Parigi, che crede di aver ingaggiato l'orchestra di Mosca: il suo reclutamento tra vecchi amici, una banda di gente del popolo dal volto segnato dal tempo e dalla sofferenza, incassa molte adesioni e qualche no. Alla grottesca banda di bastardi in cerca di gloria si aggiunge anche la giovane Anne-Marie (Mélanie Laurent, fu Shosanna nell'ultimo film di Tarantino), geniale primo violino che si scoprirà essere stata scelta da Andrei non solo per il suo talento. Tra il desiderio di ricucire quella storia interrotta e l'angoscia del fallimento, Parigi si tasformerà nell'elegante teatro di una storia velata di agrodolce ironia alternata da toni malinconici con un sottile sottofondo drammatico che pervade tutta l'opera, specie nei suoi sensazionali ultimi venti minuti orchestrati da chi diede già prova del suo sensibile tocco in Train de vie.
martedì 30 marzo 2010
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Bravo Uedro. Proprio un bel commento. Condivido. Mi hanno detto che Mélanie Laurent è davvero una violinista. Ti risulta?
RispondiEliminaUnica nota stonata secondo me nel doppiaggio. Perchè i personaggi russi devono parlare in italiano con accento russo anche quando l'azione si svolge in Russia e parlano fra connazionali? L'accento straniero sarebbe caso mai giustificato quando l'azione si svolge in Francia, per sottolineare la loro difficoltà ad esprimersi. Comunque sciocchezze rispetto all'insieme dell'opera che diverte e commuove profondamente.
Bravo anonimo, anche io ho pensato la stessa cosa sul doppiaggio. E' come se nei film inglesi parlassero tutti come Stanlio e Olio o nei film Usa come Dan Peterson.
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