Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

lunedì 15 marzo 2010

Il postino suona sempre due volte

The Postman Always Rings Twice (1946)
di Tay Garnett
thriller


Una storia intricata di passioni, segreti, dubbi, imprevisti e omicidi si dispiega tra le tortuose strade della California degli anni'30 sulle quali si affaccia il Twin Oaks, ristorante che fa da teatro alle pulsioni d'amore e di morte di Cora (Lana Turner) e Frank, amanti clandestini decisi ad eliminare il di lei marito, gestore del locale e palese terzo incomodo. Tensione, inganno, escamotages d'ogni sorta che shakerano il giallo con un "legal thriller" ante litteram; poi arriva il fato che, in linea coi tempi ossequiosi del politacally correct, mette tutti in riga riscuotendo il suo tributo in un finale che preferisce farsi lirico piuttosto che crudo. E' forse l'unica pecca di un film diventato un cult del genere, tratto da un romanzo di James M. Cain già portato sullo schermo qualche anno prima da Lucchino Visconti e riadattato quasi 40 anni dopo da Bob Rafelson, con Jack Nicholson e Jessica Lange come protagonisti.

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