Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

martedì 25 maggio 2010

Nuovomondo

Nuovorealismo

Nuovomondo (2006)
di Emmanuele Crialese
drammatico


Incipit di silenziosa bellezza: padre e figlio si arrampicano scalzi sulla montagna, portando in bocca una pietra che depositeranno ai piedi di una croce. Umili, sporchi, trasandati, chiederanno un segno alla Madonna per scegliere la strada da seguire: restare nella natia Sicilia o attraversare l'Oceano per raggiungere la terra promessa dove le carote sono giganti e i soldi crescono sugli alberi? Partiranno, con madre/strega e figlio/fratello muto al seguito, barattando l'asino con vestiti nuovi e scarpe (da usare rigorosamente solo sulla strada asfaltata, per non consumarle) e imbaracandosi con fatica sulla gigante nave degli emigranti (e la sequenza che la vede allontanarsi da porto dividendo la folla è un magistrale virtuosismo registico) diretti verso un'America che sembra impossibile da raggiungere, sempre nascosta allo sguardo dalla nebbia o da vetri opachi che la trasformano in meta da sogno anche quando sembra a portata di mano: a Ellis Island, la porta d'oro (così è il titolo per l'edizione internazionale) inizierà la vera odissea, tra visite mediche, test da superare e giovani donne da maritare, ostacoli burocratici che disciplinano l'idoneità della gente del vecchio Mondo ad entrare in quello nuovo, moderno, dove le regole dell'altro non valgono più. Superbo documento e testimonianza di una pagina drammatica del nostro Paese, narrata con soave tocco e terroso coinvolgimento dotato di nuovo realismo che traspira sudore e polvere nella rigorosa ricostruzione storica ma che sa concedersi gustose deviazioni oniriche.

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