Estenuanti quadretti da spot Baarìlla
Baarìa (2009)
di Giuseppe Tornatore
drammatico
La solita Sicilia finto-polverosa di Tornatore, da vent'anni in cerca di bissare il successo di Nuovo Cinema Paradiso. Qua raduna un cast all star made in Trinacria (troppi i cameo, che appositamente non cito per non dare soddisfazioni all'autore che sicuramente si sarà compiaciuto del gesto) per allestire un affresco sulla vita di un paesino in provincia di Palermo che attraversa cinquant'anni di storia italiana. La trama sembra quella del sopracitato capolavoro del 1988, la realizzazione no: decine di fulminei quadretti, incentrati sulla vita di Peppino Torrenuova, seguito nel suo percorso di crescita da ragazzino a vecchio padre di famiglia. Qualche rara chicca, molte situazioni stereotipate, un compendio di miti, riti e usanze barbare che intrecciano povertà e riscatto, valori genuini (ovviamente laici: ma come si fa a parlare della tradizione popolare siciliana senza citare le sue radici cristiane?) e orgoglio siculo: vorrebbe essere uno spot per l'isola, ma troppo spesso, come qualcuno ha fatto notare, somiglia più a un mega spot della Barilla con sorrisoni, buoni sentimenti e musica a sfumare. Se avete voglia di volti veramente sporchi cercate in zona Crialese o Diritti, che di cinema patinato che si finge rozzo non se ne può più.
mercoledì 11 agosto 2010
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