Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

martedì 12 gennaio 2010

Gone Baby Gone

Quasi Eastwood

Gone Baby Gone (2007)
di Ben Affleck
drammatico/thriller



La mistica Boston, che già prestò il fianco a Clin Eastwood per il suo torbido Mystic River, fa da scenario a questo drammatico poliziesco firmato Ben Affleck e recitato dal fratello Casey, giovane investigatore privato che, ragazza al seguito, segue le indagini del rapimento di una bambina, precettato dagli zii della vittima in quanto conoscitore della vera Boston. Si imbatterà in criminali e doppiogiochisti e in domande su cosa è giusto e cosa è sbagliato concludendo che il fine non giustifica i mezzi. Ben Affleck, a dieci anni dall’oscar per la sceneggiatura del memorabile Will Hunting, non riesce a bissare il successo (ma il soggetto all’origine qua è il romanzo di Tennis Lehane) anche se fa quel che può per stuzzicarci con morbosi colpi di scena in un film che vuole essere torbido, nell’aspetto e nell’anima, ma non riesce ad assestare il colpo finale come sa fare il buon vecchio Clint.

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