Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

giovedì 20 maggio 2010

Pasolini, un delitto italiano

L'immaturità di una nazione

Pasolini, un delitto italiano (1995)
di Marco Tullio Giordana
drammatico


Il 2 novembre 1975 Pier Paolo Pasolini, paladino dell'intelighenzia rossa, muore in un omicidio dai contorni oscuri per mano di un giovane con il quale si era appartato all'idroscalo di Ostia: "paranoia erotica che deflagrò in tragedia" o delitto politico? Nel tentativo di sciogliere il mistero il film ricostruisce la dinamica del delitto e ripercorre alcune fasi del processo al reo confesso Pino Pelosi, ragazzo "de borgata" che ammise di essere stato l'unico autore del delitto sperando di ottenere così una sentenza di "immaturità" che gli avrebbe consentito una pena più lieve. Le immagini di repertorio, che scorrono accompagnate dalle dolenti note di Morricone mentre, durante l'autopsia, il medico snocciola l'elenco delle molteplici lesioni come una litania, diventano un'ulteriore poetica testimonianza di un gesto crudele che moralmente mette alla sbarra un'intera società e quell'establishment politico che lo scrittore da sempre indicava come causa principale del malessere della nazione.

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