Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

martedì 9 febbraio 2010

Colpo d'occhio

Morbosità (quasi) ad arte


Colpo d'occhio (2008)
di Sergio Rubini
drammatico


Adrian è un giovane scultore in cerca delle luci della ribalta. Il professor Lulli un rinomato critico che ama coltivare nuovi talenti, più per celebrare se stesso che per amore dell'arte. Adrian troverà in lui un trampolino di lancio verso la fama, e nella sua amante una compagna con cui scappare. Ne deriverà un insolito triangolo fatto di fughe e rincorse, dominato dalla mefistofelica figura del critico (eccellente Sergio Rubini) che sembra volersi faustianamente insinuare di soppiatto non solo nella professione, ma anche nella vita dei due giovani. Il dramma cerca disperatamente di farsi cupo e torbido ma solo di rado riesce ad assestare vincenti colpi di pathos. Il colpo d'occhio, che nell'insieme appare originale, ad un'analisi più approfondita risulta troppo debole in diversi punti (recitazione teatralmente enfatizzata, buchi di sceneggiatura derivanti anche da un'eccessiva lunghezza del film, scivoloni nella stereotipizzazzione di personaggi e rapporti, una regia esageratamente frammentaria con continui salti temporali) che non riescono ad evocare appieno le atmosfere morbose di altri thriller psicologici d'Oltreoceano (De Palma, ma anche Il talento di mister Ripley) e nostrani (Dario Argento e Pupi Avati d'annata).


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