Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

mercoledì 24 marzo 2010

Oltre lo schermo - Meglio soli...

I migliori monologhi del cinema 1990 - 2010

Parole che tagliano come lame, pungono come spilli, colpiscono come proiettili. Parole che fanno commuovere, esaltare, arrabbiare, discorsi troppo belli per essere interrotti.

Da che il cinema ha preso parola (correva l'anno 1927), il sonoro ne ha fatta di strada, e da semplice "effetto" che aggiungeva sapore alle immagini ha raggiunto una sua dignità artistica. Una di queste è il monologo. Senza pretendere di sviscerare il suo significato nella storia dell'arte e prendendo la licenza di estendere la categoria anche a tutti quelli che forse non lo sono strictu senso (ad esempio i soliloqui) ma lo sono concettualmente, ecco una lista/classifica dei migliori monologhi del cinema recente. Piccole perle dove non è solo la parola a contare, ma la sua fusione con inquadrature, immagini, musica, spazio e tempo miscelati per raggiungere un risultato che non va solo ascoltato ma ammirato. In una sola parola, cinema.
Impossibile ricordarli tutti: questi sono solo alcuni spunti, una decina di opere selezionate nella filmografia degli ultimi 20 anni (seguirà un sondaggio sui monologhi ante 1990). Tra queste ho selezionato le migliori per il sondaggio. Aspettando, ovviamente, i vostri suggerimenti.

Risultati sondaggio: Meglio soli - Il miglior monologo 1990-2010

L'avvocato del diavolo 29%  (12 voti)
Le iene 21%  (9 voti)
Braveheart 14% (6 voti)
Ogni maledetta domenica 12% (5 voti)
Codice d'onore 9% (4 voti)
LA 25a ora 7% (3 voti)
Will Hunting 4% (2 voti)
Bastardi senza gloria 0% (0 voti)

10. Storia di noi due (Rob Reiner, 1999; sceneggiatura Alan Zweibel, Jessie Nelson) - Michelle Pfeiffer
Uno dei vertici della commedia romantica degli ultimi decenni. Anche grazie a questo concitato monologo nel parcheggio.

9. Radiofreccia (Luciano Ligabue, 1998; sceneggiatura di Luciano Ligabue) - Stefano Accorsi
Una sorpresa il film del cantautore emiliano. Qui il "credo" di Stefano Accorsi delinea una filosofia in 3 minuti.



8. Le Iene (Quentin Tarantino, 1992; sceneggiatura Quentin Tarantino, Roger Avary) - Steve Buscemi
Un genio dei dialoghi, il superfluo, il futile elevato a poesia, sguardi, gesti e parole che travalicano il contenuto del discorso, ipnotizzando.



7. Codice d'onore (Rob Reiner, 1992; sceneggiatura Aaron Sorkin) - Jack Nicholson
La scena è un crescendo di tensione che culmina nel superbo sfogo finale del colonnello Jessep (nella clip dal minuto 8:04)



6. Bastardi senza gloria (Quentin Tarantino, 2009; sceneggiatura Quentin Tarantino) - Christoph Waltz
Un piccolo gioiello di regia (nella clip c'è solo una parte), le parole si fondono con le immagini, con le inquadrature che si spostano leggere sui dettagli, mentre il discorso affabile del colonnello Landa fa crescere il climax, la tensione.



5. Will Hunting (Gus Van Sant, 1997; sceneggiatura Matt Damon, Ben Affleck) - Robin Williams
Uno dei tanti  del film (imperdibile anche questo). Qui parola dopo parola, Robin Williams sgretola le certezze dello sbruffone che nasconde, dietro le sue arie superficiali, un mondo di insicurezze e un'umanità impossibile da decifrare leggendo Freud o Oliver Twist.



4. L'avvocato del diavolo (Taylor Hackford, 1997; sceneggiatura Tony Gilroy) - Al Pacino
Sinuose come quelle di un demone tentatore, le parole di Al Pacino si insinuano sinistre nella mente di Keanu Reeves snocciolando le sue teorie sul bene e il male, su Dio e il diavolo "ultimo umanista che si è preso il XX secolo". Chapeau.



3. Ogni maledetta domenica (Oliver Stone, 1999; sceneggiatura Oliver Stone, John Logan) - Al Pacino
Il coach si aggira con volto gravoso nello spogliatoio, prima della partita. Parole che trasudano tensione, desiderio, paura e voglia di vittoria. Nel football come nella vita.



2. Braveheart (Mel Gibson, 1995; sceneggiatura di Randall Wallace) - Mel Gibson
I soldati vogliono scappare, vogliono sottrarsi alla battaglia, vogliono restare vivi. Certo, chi scappa resta vivo, ricorda l'eroe mentre in sottofondo la musica epica lo accompagna, ma perede la libertà. Quando termina il discorso vorremmo buttarci anche noi nella mischia. Randall Wallace



1. La 25° ora  (Spike Lee, 2002; sceneggiatura di David Benioff) - Edward Norton
Una radiografia che sintetizza con cruda rabbia una città, La Città, quella che non dorme mai, con le sue mille anime, senza esclusione di colpi. Per scoprire poi che l'odio verso di lei viene da dentro.

19 commenti:

  1. Aggiungerei (come gusto personale) quello de "Il Divo"
    http://www.youtube.com/watch?v=FASPIpON1qw
    e quello di "The Big Kahuna":
    http://www.youtube.com/watch?v=h76khiRvI7w

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  2. Si quello del divo è straordinario. Effettivamente in quelli proposti è ancora la parola l'elemento dominante (infatti ho segnalato anche lo sceneggiatore). Sarebbe stato interessante fare una classifica dei più bei monologhi dal punto di vista registico, ma temo che sarebbe stato un po' impopolare. Va anche detto che, trattandosi di monologhi, la parola comunque deve avere una sua importanza.

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  3. bellissimo post, compliementi.

    mi permetto di dissentire sul vincitore, bel monologo ma di sicuro inferiore agli altri come contenuti, in fondo è solo una sfilza di insulti.

    ma di woody allen niente? ce ne sarebbero

    roo

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  4. Diciamo che non è una vera e propria classifica, sono monologhi troppo diversi per stile e contenuto. E' anche vero che se quello di Edward Norton non è il "vincitore", è quello che preferisco per intensità, dialettica e originalità, è come un piccolo film, uno spaccato crudele di New York.
    Su Woody Allen non ho segnalato niente perchè ritengo che il top della sua filmografia sia quella degli anni 70 (infatti comparirà nel prossimo sondaggio). Ma se qualcuno volesse suggerire qualcosa è il benvenuto.

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  5. uedro sono perfettamente daccordo con te...io adoro quel monologo perchè in 5 minuti descrive in modo perfetto com'è NY...è incredibile perchè (conoscendo un po' questa città!!) non lascia fuori nessun aspetto!! cmq questo blog è stupendo!! fede

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  6. Grande, però non hai votato il sondaggio!!! Cmq Spike Lee anni prima aveva già proposto un monologo simile (in Fa'la cosa giusta), che ho omesso perchè pre '90. Anche se questo lo supera.

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  7. Io trovo abbastanza fuori posto quello di Braveheart (che peraltro è in testa al sondaggio), che mi risulta retoricissimo e banalotto, nella forma oltre che nei contenuti. Per intenderci, è sullo stesso livello del discorso del Presidente di Independence Day

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  8. Secondo me tutti dovrebbero far ascoltare il monologo di Al pacino in Ogni maledetta domenica prima di qualsiasi partita (soprattutto di calcio) nello spogliatoio ai giocatori perchè carica tantissimo.
    E' stupendo.

    Lino T.

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  9. Concordo con Duvix sul fatto che dal punto di vista "artistico" quello di Mel Gibson sia un tantino più popolare rispetto agli altri. Però non so cosa farci, per me è da pelle d'oca. E non mi vergogno di dire di avere una particolare predilezione per quel film. E' una retorica sana, epica e ingenua, sul modello di Rocky quando dice: "Se io posso cambiare, allora tutti voi potete cambiare". E cmq anche dal punto registico la scena è ben strutturata, crea il giusto contesto per sfoderare poi il discorso.

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  10. Bah, non capisco tutto questo entusiasmo per le parole del Norton. Concetti banalissimi, luoghicomuni ridondanti (Ah i preti pedofili!Ah gli ebrei che si arricchiscono!Ah gli italiani mafiosi e ingellati!).
    La grande mela è descritta in maniera molto più accurata ed efficace dalla recente canzone "Empire state of Mind".

    Vi segnalo il monologo del pazzo in "train de vie", filosofia allo stato puro e domande incessanti su Dio, il nostro destino, il ruolo dell'uomo su questo pianeta. http://www.youtube.com/watch?v=dKgdlp2Lk8w

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  11. Beh ma è proprio quello il gioco, sottolineare gli stereotipi. E lui lo fa in modo impeccabile. Per poi spostare l'obiettivo e sentenziare che è inutile stare lì tanto a menarla su gli altri e il male del mondo quando non ci rendiamo conto di quello che abbiamo.

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  12. criticare bravehaert è la classica cosa snob. si può ammettere senza vergongarsi che è un gran film, emozionante, retorico e dalla parte dei buoni.
    se no siamo ogni volta al punto di dire che quello che è popolare non è bello.

    bellissimo train de vie, meriterebbe una recensione del webmaster.

    io invece vado controcorrente su ogni maledetta domenica, è l'atmosfera che fa tutto, la musica, le inquadrature, i volti.
    provate a rileggere quel discorso in uno spogliatoio di terza categoria, ne uscirà una cosa deprimente

    Roo

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  13. Beh ma perchè dici "controcorrente"? Nessuno lo ha criticato, mi sembra che sia unanime che è un gran pezzo (anche se nessuno stranamente l'ha votato, a differenza dell'altro di Al Pacino). Tra l'altro credo che sia uno dei rari casi dove il doppiaggio italiano non toglie nulla all'originale, Giancarlo Giannini è superbo e ha un degno erede nel figlio (è stato un grande Joker nell'ultimo Batman di Nolan, laddove il padre fu a sua volte eccellente nel doppiare Joker/Nicholson nel film di Burton)
    Invece concordo su Braveheart.

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  14. controcorrente rispetto a chi dice che andrebbe fatto leggere prima delle partite. al massimo vedere, quello si, ma letto e basta suona solo un pò ridicolo

    tra l'altro pare che Marchionni lo facesse ascoltare la mattina negli stabilimenti fiat, prima che giustamente qualcuno lo mandasse a cagare

    Roo

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  15. Eh si, anche perchè, come detto, ho proprio cercato di mettere monologhi che fossero esaltanti anche da un punto cinematografico, ovvero quelli dove le caratteristiche proprie del cinema aggiungono qualcosa alla parola, senza cadere nell'estetismo puro. Quindi ok la visone, bocciata la lettura.

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  16. Uedro, cosa ne pensi del pezzo finale di Trainspotting?

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  17. Infatti intendevo far ascoltare e quindi vedere il monologo di Al Pacino in Ogni maledetta domenica, proprio così, lo spezzone del film come lo ha postato il creatore di questo blog davvero entusiasmante. Certo perchè è tutta l'atmosfera che conta, la musica, le immagini, hai ragione,è proprio quello che intendevo dire.

    Su Braveheart non transigo. Capolavoro, il film e quel fantastico monologo.

    Lino T.

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  18. Alla fine il criterio del "mi è piaciuto/non mi è piaciuto" è l'unico insindacabile, quindi non sto certo qui a discutere sul fatto che Braveheart possa essere piaciuto: anche io sono tra quelli che lo hanno amato, che si sono fatti prendere dal suo pathos e dall'intensità della sua vicenda. Nemmeno io mi vergogno di dire questo.
    Ma, cinematograficamente parlando (andando al di la, cioè, dell'impatto emotivo e culturale del film) non si può dire che Braveheart sia un "capolavoro": la regia è iper-classica e piatta, i personaggi -come le vicende umane coinvolte- sono unidimensionali, i dialoghi sono (scusate se insisto) innegabilmente retorici. Sono anche d'accordo sul fatto che "non potranno mai portarci via la libertà" è una frase che scalda i cuori; ma è altrettanto fuori di dubbio che non siamo certo di fronte a un pensiero particolarmente originale o profondo.

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  19. Su Braveheart: è vero, forse non sarà un capolavoro, nonostante i 5 oscar vinti tra cui proprio miglior regia. Però non ritengo si possa bollarlo come "filmetto" dal punto di vista registico, non fosse altro per come riesce a mantenere il pathos e a delineare un climax crescente. Oltre a questo vanno poi sottolineati almento due elementi: le scene d'insieme della battaglia e la sequenza dell' "attentato" nel bosco. Poi ovvio, molti sono gli elementi "facili", ma la sceneggiatura, pur non essendo particolarmente originale, è efficace nel contribuire a creare la tensione.

    Su Trainspotting: era in lizza per essere inserito, ma poi rivedendolo ho visto che era troppo poco "monologo", nel senso che è più un concetto di voce fuori campo. Anche se quando parte la musica di Iggy Pop è esaltante. http://www.youtube.com/watch?v=1ap8UfimEYI

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