Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

lunedì 29 marzo 2010

Revanche - ti ucciderò

L'estetismo della vendetta

Revanche (2009)
di Gott Spielmann
drmmatico/thriller


Nei boschi fuori Vienna illuminati da una straordinaria luce hopperiana (confrontate queste immagini con alcune delle più celebri tele "an plein air" del pittore americano; ma hopperiani sono anche i nudi, i silenzi, le attese) si incrociano le vite di Alex, rapinatore in fuga che ha visto morire tra le sue braccia la sua compagna, Robert, il poliziotto che l'ha accidentalmente uccisa, e sua moglie Susan. Personaggi in cerca (di vendetta, di pace, di maternità) le cui esistenze si annodano silenziose (il film è privo di musiche, salvo quella della fisarmonica suonata dal vecchio Hausner, trait d'union della storia) in un crescendo colmo di pathos dai tempi noir, la regia ferma (rarissimi i movimenti di macchina) e la fotografia volutamente contrastata dove è inutile aspettarsi lo scoppio finale, il colpo di scena e dove non si può far altro che abbandonarsi alle sue atmosfere, da ammirare come un quadro, che avvolgono densi interrogativi sul tema della colpa e della giustizia e del rapporto tra il proprio desiderio e ciò che è lecito fare per ottenerlo.

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