Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

venerdì 28 maggio 2010

L'uomo che verrà

Miracolo a Marzabotto

L'uomo che verrà (2009)
di Giorgio Diritti
drammatico


Inverno 1943. Sull'appennino emiliano si affollano partigiani, nazisti e fuggitivi vari, sconvolgendo la vita contadina di una piccola comunità che trascorre un'esistenza semplice e faticosa, custodendo i valori genuini della famiglia e del lavoro e lo stretto dialetto bolognese (sottotitolato). Volti che sembrano venire dall'aia de L'albero degli zoccoli (non a caso Diritti fu assistente di Olmi), scolpiti dalla fatica e dalla speranza di chi crede nella positività della vita che non li lascerà mai senza pane, che si stringono e si aiutano per far fronte alle avversità, affidandosi ai preti e a chi si batte per difendere la terra e non un'ideologia, due facce di una resistenza spesso celata sul grande schermo. Gli occhi di una bambina di otto anni (basterebbe la sua sensazionale prestazione per far gridare al capolavoro), silenziosa per scelta/trauma dopo la morte del fratellino, si posano su gesti e persone, dando il ritmo ad un film dallo stile impeccabile, dall'animo denso di travolgente sensibilità che trova il suo climax nella (vera) strage di Marzabotto e, parallelamente, nella nascita di un neonato, che un giorno sarà un uomo e che rappresenta la speranza della vita contro la morte. Qualche anno fa Spike Lee descrisse il medesimo orrore avvenuto dall'altra parte dell'Appennino (Miracolo a Sant'Anna ); ma il cinema di Giorgio Diritti, che dopo il sorpendente Il vento fa il suo giro girato  presso la comunità occitana delle Alpi piemontesi, torna nelle sue zone natie è il vero miracolo: denso, poetico, commovente nel ritrarre con minuziosa attenzione le piccole realtà come i tragici fatti storici senza scadere nella retorica.

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