Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

mercoledì 21 luglio 2010

The box

Misteri isolati

The Box (2009)
di Richard Kelly
thriller

Intenso inizio thriller, angosciante svolgimento horror, delirante finale fantascientifico. Come piace a Kevin Smith, che butta di tutto un po' nel calderone: le ambigue atmosfere vintage, Cameron Diaz claudicante nella camminata e nella recitazione, psicologia, fantasmi, alieni e una scatola misteriosa che dà il titolo al film; contiene un pulsante, se lo premi hai un milione di dollari, ma qualcuno da qualche parte nel mondo muore. Il sinistro ambasciator (Frank Langella da brividi) non porta pena ma un volto sfregiato, consegna il marchingenio alla coppia felice in apparenza ma inspiegabilmente infelice nel profondo e li lascia meditare per 24 ore. Ci sono i presupposti per un buon thriller psicologico, poi si passa a un'esaltante mezz'ora di tensione che potrebbe essere il preludio ad un finale adrenalinico; ma quando è il momento di chiarire la faccenda invece delle risposte fanno la comparsa esperimenti scientifici, fantomatici test sulla natura umana (o sui fulmini?) e il film implode in se stesso. Se riuscite a guardarlo rinunciando a seguirne il filo logico allora potrete apprezzarne gli aspetti più empatici. Se invece rimanete con l'amaro in bocca per le spiegazioni non date (alla stregua di quello che è successo per una nota serie americana avente un'isola come location), allora l'unico pulsante che vi conviene premere è quello con scritto "stop".

3 commenti:

  1. Chissà come mai la scatola evoca sempre trame sinistre negli sceneggiatori cinematografici. Mi ricordo di Cube e Cube2: Hypercube stupidissimi film ambientati in una scatola...

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  2. Hai detto bene. Ricordo anche che in un geniale video (http://www.youtube.com/watch?v=oezA3ZwTkjw) di presa in giro di Lost, alcuni autori chiusi in una stanza per un brainstorming per ideare delle soluzioni per spiegare gli innumerevoli misteri dell'isola, proponevano di demandare l'origine di tutti gli enigmi ad una fantomatica "box". Imperdibile per chi conosce le logiche della serie

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  3. Diciamo che la fine di Lost è una delle più grandi delusioni. Nemmeno un mistero viene svelato. Un po' come per Nathan Never si sono persi in troppi intrighi e misteri perdendo essi stessi il filo

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