Eroica lotta per la libertà
Braveheart (1995)
di Mel Gibson
azione/drammatico
Il piccolo William Wallace scorrazza per le higlands scozzesi prima che il perfido Edoardo I Plantageneto, sovrano d'Inghilterra, gli accoppi babbo e fratello. Lo zio Argai lo tramuta in un adulto erudito dall'erculea potenza, sempre bilanciata da un fine cervello; il buon senso, come insegnava il padre, lo renderà uomo. Ma quando gli inglesi gli strapperanno barbaramente anche la neo sposa, la sua ira si abbatterà su di loro senza pietà, inizialmente come istintiva vendetta, tramutata poi in ribellione dall'entusiasmo del villaggio: la rivalsa si farà via via più stutturata e il popolo di contadini scozzesi accarezzerà l'idea di stravolgere dal basso quello status quo che la nobiltà vigliacca e sedentaria non volle smuovere. La sua cavalcata verso l'Inghilterra è eroica, epica, cruenta. Lui (un Mel Gibson con le movenze, le fattezze e le parole da leader) un guerriero che sostiene che la mente conti più della spada e che i propri ideali sono la vera bussola da seguire per raggiungere quella libertà che è più importante della stessa vita. Film forse semplice, a tratti, con qualche faciloneria in alcune stereotipate caratterizzazioni e in alcune licenze poetiche sul reale svolgimento storico. Eppure esaltante, tonico, commovente e trionfale al punto giusto, coinvolgente nelle selvagge scene di infuocate battaglie (con record di comparse) come nell'appassionato doppio intreccio amoroso (deliziosa Sophie Marceau, celestiale Catherine McCormak), capace di emozionare con meraviglioso e fiabesco magnetismo (anche grazie a fotografia e musiche eccellenti) attraverso le gesta di un uomo che divenne leggenda, che infiammò gli animi e risvegliò le speranze di un popolo inneggiando più al cuore che alla politica.
lunedì 1 marzo 2010
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