Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

venerdì 28 maggio 2010

Sangue - la morte non esiste

Delirio sperimentale

Sangue - la morte non esiste (2005)
di Libero De Rienzo
drammatico


Delirio in tre atti. Nei primi due vengono presentati i protagonisti, i fratellastri Stella e Iuri (Elio Germano sempre all'altezza): lei vuole scappare Oltreoceano, lui vive appartato nel suo mondo strampalato dove alleva zanzare e spaccia fumo alle cugine. Tra i due un rapporto morboso, al limite dell'incestuosità. Poi  un prologo "comico" dove il film prende la via dell'azione rocambolesca: i due, in fuga dalla polizia, finiscono ad un funerale dove Iuri si fingerà prete e sciorinerà ai partecipanti la sua solfa anarchico/anticlericale. E' la parte più accettabile (e non a caso la più "normale") di un allucinato film sperimentale che miscela attimi di crudo realismo ad un'ironia surreale (chapeaux per il cameo di Libero De Rienzo, il Bart di Santa Maradona, qui alla sua prima regia). "La verità è una cosa da ubriachi" viene detto ad un certo punto. In questo film in perenne stato d'ebrezza ne emerge una insindacabile: non basta accostare immagini con un montaggio forsennato e aggiungere musiche e inquadrature asincroniche per fare un film d'avanguardia.

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