Katrina, George e il commovente dramma di un popolo
When the Levees Broke: A Requiem in four acts (2006)
di Spike Lee
documentario
Tra il 28 e il 29 agosto 2005, Katrina, uno dei cinque più potenti uragani della storia, si abbatè sulla costa meridionale degli Usa travolgendo la città di New Orleans che nel giro di qualche ora venne invasa dalle acque del lago Pontchartrain, i cui argini si ruppero. Tragedia annunciata, forse snobbata perchè l'80% degli abitanti della città erano afroamericani di classi sociali proletarie. Quattro ore di testimonianze che ricostruiscono quelle drammatiche ore e i giorni successivi, le condizioni disumane del Superdome che accolse le vittime di questa nuova Pompei (ma non chiamateli "rifugiati"), la diaspora che seguì il disastro e l' inconcepibile lentezza degli aiuti: l'amministrazione Bush restò a guardare per giorni e la colpa sembra ricadere più sul Presidente, sulla Fema, sulla governatrice della Lousiana, Kathleen Blanco, sugli ingegneri che progettarono gli argini ("il più grande fallimento di ingegneria civile della storia") che non sull'ira funesta della natura. Uno straordinario e commovente documento su un popolo, sulle sue radici culturali e razziali, sul suo attaccamento alla vita e a una città: c'è chi la ama e chi la odia, chi la ritiene vittima e chi responsabile, chi fugge e chi torna tra gli spettrali paesaggi devastati dalla furia della tempesta. Sudore, rabbia, lacrime, voglia di giustizia, bisogno di risposte, una carellata incessante di vite spezzate, umiliate e offese ma sempre in lotta. E che, mentre biasimiamo uno Stato assente che quasi non li riconosce più come suoi figli, ci fa istintivamente domandare dove fossimo noi mentre accadeva tutto questo.
sabato 27 febbraio 2010
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