Scintillante viaggio nella memoria
Everything is Illuminated (2005)
di Liev Schreiber
drammatico
Jonathan è un ragazzo bizzarro. E' un ebreo americano dai capelli leccati e gli occhi grandi (e gli occhiali ancor di più) di Elijah Wood. Silenzioso come un fantasma, raccoglie cimeli che custodisce in buste di plastica appese al muro. Viaggerà fino in Ucraina alla ricerca di Trachimbrod, villaggio che diede i natali ai suoi avi, guidato da una strampalata scorta composta da Alex, giovane che gli fa da traduttore e sogna l'America, un nonno cieco (o quasi) e una cagnetta disturbata. Il viaggio non sarà solo negli sterminati (e talvolta pittoreschi) spazi della campagna ucraina ma, soprattutto, nella memoria, riportata alla luce da una commovente scoperta. La storia, tratta dall'autobiografia del protagonista, procede lieve e ironica, alternando momenti di sommessa e surreale comicità ad altri più malinconici che vanno a toccare le corde del cuore. I personaggi, maschere stralunate, nascondono un risvolto umano di spiccata sensibilità che sfocia in svariati duetti che danno peso al film, senza appesantirlo. Manca solamente la capacità, o la voglia, di assestare un colpo finale che dia un senso agli atti dei personaggi e che renda coeso il tutto, lasciando così che l'opera rimanga un po' sospesa tra la densità del dramma e la leggerezza della commedia, nonostante qualche notevole tocco felliniano di Liev Schreiber, abile caratterista già visto in centinaia di pellicole, qui al suo debutto come regista e sceneggiatore.
venerdì 29 gennaio 2010
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