Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

venerdì 29 gennaio 2010

Ogni cosa è illuminata

Scintillante viaggio nella memoria

Everything is Illuminated (2005)
di Liev Schreiber
drammatico


Jonathan è un ragazzo bizzarro. E' un ebreo americano dai capelli leccati e gli occhi grandi (e gli occhiali ancor di più) di Elijah Wood. Silenzioso come un fantasma, raccoglie cimeli che custodisce in buste di plastica appese al muro. Viaggerà fino in Ucraina alla ricerca di Trachimbrod, villaggio che diede i natali ai suoi avi, guidato da una strampalata scorta composta da Alex, giovane che gli fa da traduttore e sogna l'America, un nonno cieco (o quasi) e una cagnetta disturbata. Il viaggio non sarà solo negli sterminati (e talvolta pittoreschi) spazi della campagna ucraina ma, soprattutto, nella memoria, riportata alla luce da una commovente scoperta. La storia, tratta dall'autobiografia del protagonista, procede lieve e ironica, alternando momenti di sommessa e surreale comicità ad altri più malinconici che vanno a toccare le corde del cuore. I personaggi, maschere stralunate, nascondono un risvolto umano di spiccata sensibilità che sfocia in svariati duetti che danno peso al film, senza appesantirlo. Manca solamente la capacità, o la voglia, di assestare un colpo finale che dia un senso agli atti dei personaggi e che renda coeso il tutto, lasciando così che l'opera rimanga un po' sospesa tra la densità del dramma e la leggerezza della commedia, nonostante qualche notevole tocco felliniano di Liev Schreiber, abile caratterista già visto in centinaia di pellicole, qui al suo debutto come regista e sceneggiatore.

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