Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

martedì 6 aprile 2010

La 25a ora

Drammatica ferita newyorkese

25th Hour (2002)
di Spike Lee
drammatico


Le ventiquattro ore che precedono l'incarcerazione di Monty Brogan (l'ultimo Edward Norton da incorniciare), spacciatore di origini irlandesi della Grande Mela condannato a sette anni di reclusione, sono l'occasione per il criminale per riflettere sulla sua vita, sul rapporto con il padre e la ragazza (Rosario Dawson), sul significato dell'amicizia, della colpa e della giustizia, tra ricordi nostalgici di una gioventù felice ormai persa (ma gli amici di un tempo, i perfetti Philip Seymour Hoffman e Barry Pepper, che a tratti lo assolvono e a tratti lo condannano, non se la passano meglio) e i dubbi sulla lealtà delle persone che lo circondano. In una New York le cui ferite post Undicisettembre sono drammaticamente e meravigliosamente ancora scoperte, Spike Lee allestisce un film stilisticamente differente rispetto alle sue altre opere (il soggetto è di David Benioff che partorirà in seguito i dolenti Il cacciatore di Aquiloni e Brothers), in cui la rabbia per un'esistenza violata si scontra con il dramma del rammarico di aver gettato tutto al vento (emblematico in questo senso lo stupendo monologo del protagonista che sintetizza in pochi minuti l'anima multirazziale della Città che non dorme mai). Uno straordinario racconto dall'anima noir illuminata da luci abbaglianti e musiche assordanti interrotte da inaspettati silenzi che danno risalto alle parole; e che, allo scoccare della venticinquesima ora, miscelerà con struggente intensità la leggerezza del desiderio di felicità zavorrato dalla crudezza della realtà.

2 commenti:

  1. Mah... Io di cinema non dovrei parlare perchè sono proprio un profano, però 25 sono le ore che mi è sembrato sia durato questo noiosissimo film... A me spike lee proprio non piace, saranno i suoi occhialoni ma non mi piace

    Capiz

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  2. io direi...il monologo vale tutto il film!è davvero un capolavoro riuscire in 5 minuti a descrivere perfettamente e senza tralasciare nulla la realtà new yorkese!ormai un pochino la conosco e li c'è raccontato tutto, ma soprattutto è nuova la modalità di raccontarla. non la classica e stupenda Ny di facciata con il suo skyline (che adoro!!) ma una città ricca di contraddizioni sociali..che non è perfetta come sembra. fede

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