Ironico macello dark
Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street (2007)
di Tim Burton
gotico/musical
Tim Burton torna al gotico stemperando una storia macabra, più raccapricciante che grottesca, con insipidi motivetti solfeggiati da Johnny Depp in versione Edward Mani di Forbice che aggiunge al suo eclettico repertorio anche invidiabili doti canore. Il clima decadente della Londra vittoriana, di cui il visionario regista enfatizza l'oscurità, si presta perfettamente a fare da teatro alla trama nera (tratta dall'omonimo musical) del barbiere del titolo, la cui lama affilata in cerca di vendetta taglia con disinvoltura barbe e gole di uomini che poi finiscono come ingrediente segreto nei pasticci di carne della moglie (Helena Bonham Carter, dark per vocazione). La sottile e tetra ironia che pervade l'opera, che riesce ad essere sinistra anche nella luminosissima sequenza che sintetizza l'evolversi del rapporto tra Todd e Mrs Lovett, è quello che più si apprezza in un dramma che la trama poco più che abbozzata e il sangue che scorre a volontà rendono ideale solo per stomaci forti.
sabato 27 febbraio 2010
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Sai che non sono molto d'accordo? Per me il film è sottovalutato. La musica, è vero, è un po' monotona, ma il motivo centrale di "Johanna" è intenso, struggente, romantico. Al contrario di "Alice in Wonderland", poi -come tu stessi rilevi nell'altra recensione- la fantasia e le invenzioni di Burton trovano terreno fertile in una trama drammatica e dolorosa, priva -di per sè- di ogni elemento "fantasy". Anche l'utilizzo ironico ed esagerato dello splatter gioca, a mio avviso, un ruolo confacente allo scopo: quello di creare la fiaba più cupa e "dark" della sua filmografia.
RispondiEliminaNon saprei, a mio avviso Edward e Sleepy rimangono non solo film nettamente superiori ma anche assai più "gotici". Qua al di là del tema musicale, che io trovo poco più che una nenia ripetitiva, le critiche che muovo sono sostanzialmente due: A) trama poco avvincente con personaggi meno incisivi rispetto ad altri film di Burton B) un eccessivo lato grottesco che non riesce ad essere "nobile" (come nei Coen per dire) ma che scivola nel rozzo (qua declinato nel tetro, nel raccapricciante). Rimane poi un film rigoroso ed apprezzabile dal punto di vista registico: forse è ora, anche visti gli ultimi risultati, che Tim Burton si cimenti con un'opera più "classica"
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