Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

mercoledì 22 settembre 2010

Un borghese piccolo piccolo

Thriller all'italiana

Un borghese piccolo piccolo (1977)
di Mario Monicelli
drammatico


Giovanni Vivaldi (Alberto Sordi) è un impiegato di mezza età che spende tutte le sue energie per raccomandare il figlio, prossimo a sostenere un concorso statale. Per assicurargli la promozione, si affilia persino ai massoni che dopo una grottesca iniziazione lo accolgono tra le loro fila concedendogli il loro appoggio. La prima ora è degna figlia della commedia all'italiana: il ritratto dei vizi dell'italiano medio è spietato e bonario, si ride con il solito Albertone a metà strada tra il furbo e l'ingenuo. Poi il dramma irrompe improvviso facendo scivolare la comicità in drammatico thriller, i toni si fanno aspri, senza quell'aria di compiacenza che aleggiava sul genere, la critica diventa dura come un film difficile da digerire ma che, una volta metabolizzato, non può che colpire.

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