Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

mercoledì 3 marzo 2010

Accordi e disaccordi

Il genio e il talento ai tempi del jazz 

Sweet and Lowdown (1999)
di Woody Allen
commedia


La biografia (fasulla) del chitarrista jazz Emmett Ray (modellato sul corpo di un baffuto Sean Penn), estroso artista nell'America degli anni '30 che preferì dissipare soldi, tempo ed energie in macchine lussuose e belle donne (una è Uma Thurman) piuttosto che coltivare il suo talento. Il gradevole racconto a ritmo di swing della sua storia, dei suoi rapporti, dei suoi stravaganti passatempi (guarda i treni passare come Pozzetto in Il ragazzo di campagna e porta le sue amanti a sparare nella discarica) dà modo a Woody Allen di addentrarsi con sobrietà ed ironia sul delicato rapporto tra talento e genio, giungendo forse alla conclusione che il primo è un dono innato che solo una spiccata sensibilità può trasformare nel secondo. Tant' è che il buon Ray, dotato ma incapace di profondità umana, resterà sempre sul secondo gradino del podio (sottraendosi continuamente al confronto con Django Reinhardt, unanimamente riconosciuto come il numero uno), finirà nel dimenticatoio e di lui rimarranno solo un paio di buoni dischi.

Nessun commento:

Posta un commento