Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

lunedì 23 agosto 2010

Festival

Tappeto rosso

Festival (1996)
di Pupi Avati
drammatico


Massimo Boldi si trascina per le inquadrature, con appiccicata al volto una stupenda esperessione dolente per tutto il film: è quella di Franco Melis, ex attore di successo sul viale del tramonto, fallito e dimenticato, cui la candidatura al Fetival del Cinema di Venezia ridona un momento di celebrità. La vita appassita e triste sembra riavere significato. All'inizio c'è sempre qualcosa che toglie le luci della ribalta all'attore: l'arrivo al Lido è adombrato da quello di un regista famoso, la conferenza stampa interrotta perchè una donna sta male. Poi le cose sembrano iniziare a svoltare, ex amici ed ex mogli si rifanno vivi, il figlio crede in lui; ma le voci di corridoio che lo danno per vittorioso non faranno che rendere ancora più amaro il finale. Pupi Avati all'apice: malinconico, denso, quasi tragico nel mostrare il fallimento di un  uomo che aveva il mondo ai suoi piedi ma perse tutto, probabilmente per quell'avidità che lo porta, quanto sente nuovamente il trionfo vicino, a sbattere la porta in faccia alle persone che gli furono accanto nei momenti bui.

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