Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

lunedì 1 febbraio 2010

Il vento che accarezza l'erba

Poco dramma, molta Ira

The Wind that Shakes the Barley (2006)
di Ken Loach 
drammatico


Il vento della guerra d'indipendenza irlandese che accarezzò le anime dei giovani ribelli che si scontrarono con gli usurpatori di Sua Maestà è più un tornado che un maestrale. Armati di mazze si addestrano strisciando come serpenti nei campi facendo poi razzia di armi inglesi (come succede anche in Michael Collins), ottenendo qualche vittoria e qualche dolorosa perdita da digerire. Poi arriva il successo politico a rompere il gruppo e a dividere i due fratelli protagonisti: quello che infiammò gli animi accetta la tregua, l'altro preferisce l'ira (in tutti i sensi) al buonsenso e non vuole fermarsi. Il dramma c'è, ma emerge meno delicatamente di quanto vorremmo. L'irruenza giovanile viene preferita all'analisi delle dinamiche umane che hanno portato i contadini a farsi guerrieri. La mano di Ken Loach è un po'frettolosa e non riesce ad innalzare a capolavoro un'opera dalle grandi potenzialità.

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