Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

mercoledì 5 maggio 2010

Cella 211

Al di là delle sbarre

Celda 211 (2009)
di Daniel Monzòn
drammatico


Un uomo in visita al carcere alla vigilia del suo primo giorno da secondino, un'incidente che lo tramortisce, una cella vuota dove viene messo a riposare, un'insurrezione. Rimane solo nella mischia dei carcerati che non lo conoscono e lo scambiano per uno di loro. Diventerà così il ponte tra l'interno della prigione messa a ferro e fuoco dai criminali che richiedono condizioni più umane (tenendo in ostaggio tre terroristi dell'Eta) e l'esterno dove lo aspetta la moglie ignara dalla quale a breve avrà un figlio. Ma mentre chi dovrebbe garantire la sicurezza tentenna, l'ergastolano Malamadre (ottimo Luis Tosar dallo sguardo fiero, che riesce ad essere maschera senza scadere in macchietta) che guida la rivolta risulta più affidabile, lo capisce meglio e quasi gli si affeziona. Quando la sommossa dei parenti dei carcerati fuori dalle mura farà scattare la tragedia, il labile confine tra innocenza e colpevolezza si assottiglierà ancora di più, denunciando con iroso impeto l'inefficienza di un sistema carcerario che ha smarrito la sua funzione di riabilitatore sociale diventando sempre di più un orribile macchinario che genera mostri. Tema già sviscerato altrove, ma che qua trova una straordinaria densità drammatica sommata ad un taglio originale dove l'ethos della riflessione si somma al pathos dell'azione.

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