Al di là delle sbarre
Celda 211 (2009)
di Daniel Monzòn
drammatico
Un uomo in visita al carcere alla vigilia del suo primo giorno da secondino, un'incidente che lo tramortisce, una cella vuota dove viene messo a riposare, un'insurrezione. Rimane solo nella mischia dei carcerati che non lo conoscono e lo scambiano per uno di loro. Diventerà così il ponte tra l'interno della prigione messa a ferro e fuoco dai criminali che richiedono condizioni più umane (tenendo in ostaggio tre terroristi dell'Eta) e l'esterno dove lo aspetta la moglie ignara dalla quale a breve avrà un figlio. Ma mentre chi dovrebbe garantire la sicurezza tentenna, l'ergastolano Malamadre (ottimo Luis Tosar dallo sguardo fiero, che riesce ad essere maschera senza scadere in macchietta) che guida la rivolta risulta più affidabile, lo capisce meglio e quasi gli si affeziona. Quando la sommossa dei parenti dei carcerati fuori dalle mura farà scattare la tragedia, il labile confine tra innocenza e colpevolezza si assottiglierà ancora di più, denunciando con iroso impeto l'inefficienza di un sistema carcerario che ha smarrito la sua funzione di riabilitatore sociale diventando sempre di più un orribile macchinario che genera mostri. Tema già sviscerato altrove, ma che qua trova una straordinaria densità drammatica sommata ad un taglio originale dove l'ethos della riflessione si somma al pathos dell'azione.
mercoledì 5 maggio 2010
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