Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

martedì 9 marzo 2010

Lo specchio scuro

Ambigui riflessi

The Dark Mirror (1946)
di Robert Siodmak
noir


Il tema del "doppio" è un topos letterario che attraversa l'arte drammatica sin dai tempi di Plauto. Qualche migliaio di anni dopo il cinema se n'è riappropriato con esiti alterni: qui a raccoglierne l'eredità è Robert Siodmak, uno dei migliori interpreti del noir classico, che tralascia ambientazioni malavitose e fumo di sigarette per dare il là ad un film più "giallo" che "nero". L'indagine di un misterioso omicidio sembra portare dritta ad una sola conclusione, ma la principale indiziata ha una gemella. Una è colpevole, l'altra innocente (è sempre Olivia De Havilland, ottimamente sdoppiata per l'occasione), ma non potendo risalire alla reale assassina, le indagini si bloccano. La palla passa così ad uno psicologo che da il via ad un sottile gioco psicanalitico che sposta la tensione dallo stomaco alla testa. Opera più ingenua rispetto ad altri must del periodo, ma del quale si apprezzano la rigorosità stilistica e l'incalzante ricerca della verità pervasa da una coinvolgente e strisciante ambiguità che crea il giusto pathos.

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