Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

domenica 8 agosto 2010

Io sono l'amore

Anche i ricchi piangono

Io sono l'amore (2009)
di Luca Guadagnino
drammatico

Prologo di emozionante bellezza: una sequenza di immagini di Milano ricoperta di neve introduce la cena di compleanno del capofamiglia dei Recchi, imprenditori tessili dell'altissima borghesia milanese. Tra il capoluogo lombardo, Sanremo e Londra si consumano i drammi della famiglia; le vicende della "fabbrichetta" (qualcuno vuole vendere, qualcun altro no), e quelle sentimentali della figlia che si scopre avere preferenze più per le donne che per gli uomini, rimangono un po' sullo sfondo, schiacciate dal tema dolminante: la madre (Tilda Swinton che si mangia tutti gli altri, se pur bravi, protagonisti) instaura un rapporto sempre più intimo con Antonio, giovane amico del figlio e provetto cuoco con il quale sta per aprire un ristorante. La loro passione è descritta con delicato e silenzioso lirismo, i sospetti crescenti del figlio con coinvolgente pathos, prima che le sue paure deflagrino in tragedia. Poteva essere un' interesante analisi della vita della Milano bene, invece la storia, se pur raccontata con mano abile ed esteticamente ammirevole, si consuma tutta su se stessa fornendo ben pochi aspetti di riflessione umana e sociale come invece ci si sarebbe aspettati.

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