Trentenni disperati
L'ultimo bacio (2001)
di Gabriele Muccino
drammatico
Trentenni disperati in crisi esistenziale e di coppia. Carlo aspetta un figlio ma si invaghisce della ninfetta attratta dall'uomo maturo, che si rivelerà però assai più immaturo di lei; a casa di Adriano il figlio è già nato, e la crisi con la moglie pure, entrambi incapaci di ritrovare la molla della passione; Paolo la crisi l'ha già avuta, sedotto e abbandonato da una ragazza che gli ha spezzato il cuore; Alberto non ha una relazione stabile, passa da un letto all'altro senza ricordare i nomi delle ragazze con cui esce, incapace di trovare in alcuna di esse un po' di felicità. Il viaggio come utopia per lasciarsi alle spalle una vita in cui si ha tutto ma che, priva di un centro saldo, tradisce la sua inesorabile fragilità. Il dramma che ha consacrato Stefano Accorsi e Giovanna Mezzogiorno (e lanciato un trio di giovani talentuosi come Favino, Pasotti e Santamaria, questi ultimi già visti nel godibilissimo Ecco fatto, opera prima di Muccino) ci presenta uno spaccato dell'Italia del nuovo millennio fatta di giovani incapaci di dare un senso alle proprie esistenze e un significato vero all'amore. Niente di nuovo, tuttosommato. La regia di Muccino riesce però a rendere con spietato realismo scene di vita che ci sembra di avere vissuto, e anche se lo fa entro un orizzonte cinico, riesce a farsi apprezzare denotando una certa capacita di osservazione del reale. Ma la speranza che sembra potersi intravedere in esempi come quella delle vite normali di una giovane coppia o di quella anziana riappacificata, verranno puntualmente tradite da un finale a doppio fondo dalla disarmante amarezza che sembra ribadire come oramai l'ordinario sia diventato straordinario e la trasgressione la regola.
giovedì 4 febbraio 2010
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