Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

venerdì 26 febbraio 2010

Lettere da Iwo Jima

L'altra faccia della guerra

Letters from Iwo Jima (2006)
di Clint Eastwood
drammatico/guerra


Iwo Jima è il luogo della battaglia già ritratta nel precedente Flags of Our Fathers, questa volta vista attraverso gli occhi dei giapponesi. Le lettere sono quelle che il generale Tadamichi Kuribayashi, spedito sull'isola per gestire l'attacco Usa, inviò realmente alla moglie e che hanno ispirato Eastwood (e Paul Haggis, regista di Crash, che firma il soggetto; co-produttore invece è Spielberg): confessioni e riflessioni su una guerra di cui emerge l'insensatezza, specie per lui che in America ci visse e che con le alte sfere di Washington trascorreva piacevoli serate. Ma le lettere sono anche quelle di soldati semplici, nipponici e americani, divisi politicamente ma uniti nella sofferenza e nel dramma di un conflitto che li ha strappati dalle loro vite. Una guerra cruda, sporca, che toglie l'anima (il film è virato in una tonalità grigiastra, quasi seppia) e dove per i soldati bersagliati da bombe e dissenteria, l' unico dubbio che rimane è se aspettare di essere uccisi dal nemico o se farsi saltare in aria gridando "banzai". Ma Clint Eastwood,  sembra proporci la possibilità di un diverso atteggiamento umano, quello rappresentato dal generale, che anche nel dolore e nella sofferenza non dimentichi mai l'attenzione per l'uomo, si esso amico o avversario, riconoscendo in entrambi un'umanità che, al di là delle bandiere, sventola nella stessa direzione.

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