L'altra faccia della guerra
Letters from Iwo Jima (2006)
di Clint Eastwood
drammatico/guerra
Iwo Jima è il luogo della battaglia già ritratta nel precedente Flags of Our Fathers, questa volta vista attraverso gli occhi dei giapponesi. Le lettere sono quelle che il generale Tadamichi Kuribayashi, spedito sull'isola per gestire l'attacco Usa, inviò realmente alla moglie e che hanno ispirato Eastwood (e Paul Haggis, regista di Crash, che firma il soggetto; co-produttore invece è Spielberg): confessioni e riflessioni su una guerra di cui emerge l'insensatezza, specie per lui che in America ci visse e che con le alte sfere di Washington trascorreva piacevoli serate. Ma le lettere sono anche quelle di soldati semplici, nipponici e americani, divisi politicamente ma uniti nella sofferenza e nel dramma di un conflitto che li ha strappati dalle loro vite. Una guerra cruda, sporca, che toglie l'anima (il film è virato in una tonalità grigiastra, quasi seppia) e dove per i soldati bersagliati da bombe e dissenteria, l' unico dubbio che rimane è se aspettare di essere uccisi dal nemico o se farsi saltare in aria gridando "banzai". Ma Clint Eastwood, sembra proporci la possibilità di un diverso atteggiamento umano, quello rappresentato dal generale, che anche nel dolore e nella sofferenza non dimentichi mai l'attenzione per l'uomo, si esso amico o avversario, riconoscendo in entrambi un'umanità che, al di là delle bandiere, sventola nella stessa direzione.
venerdì 26 febbraio 2010
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