Agrodolce fiaba nel limbo di New York
The Terminal (2002)
di Steven Spielberg
commedia
Spielberg ci riprova con l'agrodolce commedia dopo gli eccellenti risultati di Prova a prendermi. E lo fa affidandosi alla faccia spaesata, in tutti i sensi, di Tom Hanks , qui imbolsito turista dell'Est europeo intrappolato nel terminal dell'aeroporto Jfk di New York per una falla del regolamento. Osservato dal Grande Fratello aspirante direttore (ottimo e cinico Stanley Tucci ), vivrà nel limbo (non può tornare in Krakozhia, dove è in atto un colpo di Stato ma non può essere ammesso negli States in quanto apolide) trovando amici (indiani, neri e messicani, non c'è un caratterista fuori posto) e amore (Catherine Zeta-Jones ), sperimentando cos'è la libertà (e l'assenza di essa), la tolleranza e la solidarietà degli umili. Si sorride spesso (geniali alcune trovate che riconduciamo ad Andrew Nicol, già sceneggiatore di Gattaca, The Truman Show e del successivo sorpendente Lord of War) in un film che ispira simpatia, cui si perdona qualche forzatura e qualche banalità, poichè ben compensate da tocchi di fiabesca poesia che innalzano quella che poteva essere una sdolcinata farsa ad opera più complessa cui bisogna leggere tra le righe.
lunedì 18 gennaio 2010
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