Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

venerdì 19 marzo 2010

W.

Storia di un inetto

W. (2008)
di Oliver Stone
biografico

La biografia di un Presidente che voleva lavorare nel baseball e finì alla Casa Bianca. L'adolescenza da spirito libero, l'alcol, poi la rinascita spirituale e la lotta politica con i complessi nei confronti di "papi" (terribile il doppiaggio italiano) che gli preferiva il fratello e a cui rimproverava la poca determinatezza contro quel cattivone di Saddam. Oliver Stone, alla sua terza storia su un Presidente a stelle e strisce dopo Jfk e Nixon (Gli intrighi del potere), non è Micheal Moore: glissa sui fattacci più noti come i presunti rapporti tra la famiglia Bush e quella di Bin Laden e sul pasticcio dei voti della Florida durante le prime elezioni che permisero all'allora Governatore del Texas di raggiungere la camera ovale, tanta roba per chi volesse stroncarne l'operato, per farsi più malizioso dipingendo Bush come un uomo sboccato, irruento, rozzo, ossessionato dalla figura paterna e dalla caccia al petrolio, superficiale e sprovveduto. Tant'è che alla fine le colpe delle sue decisioni vengono fatte ricadere più sul suo staff (Dick Cheney in primis, mentre Condoleezza Rice è una muta presenza e Colin Powell l'unico che ne esce bene). Biografia piacevole, forse non sempre esatta nella ricostruzione storica, il cui obiettivo è mettere a nudo l'uomo piuttosto che il politico (e, nel fare questo, è forse ancora più moralisticamente maligna), con toni da fiction mantenuti però ad un livello di decenza e un'ottima prestazione di Josh Brolin (ve lo ricordate nei Goonies ?) come protagonista e dell'abile caratterista James Cromwell nel  ruolo del padre.

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