Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

mercoledì 11 agosto 2010

Giorni e nuvole

Uggioso dramma

Giorni e nuvole (2006)
di Silvio Soldini
drammatico

Michele (Antonio Albanese, attore compiuto), imprenditore sulla cinquantina, improvvisamente senza lavoro. La sua vita agiata medio borghese (bella barca, bella casa, bella moglie che si concede il lusso di laurearsi a quanrant'anni passati e di dedicarsi alla sua passione, il restauro) viene sconvolta e l'instabilità economica inizia a corrodere le sue sicurezze e i suoi rapporti con moglie (Margherita Buy) e figlia (Alba Rohrwacher). La consorte inizierà ad abbandonare i suo hobby per portare a casa i soldi, lui proverà colloqui e lavori di ogni tipo ma ad ogni tentativo di risalire la china seguirà un insuccesso, un'umiliazione, un fallimento; pian piano viene sopraffatto dalle avversità e inizia a perdere le speranze e solo riscoprendo il valore autentico degli affetti riuscirà a salvarsi. Genova è la città adatta per un film costantemente pervaso da un filo uggioso di malessere, con quella sua spettacolare macaia, "scimmia di luce e di follia" (come definiva Paolo Conte quella coltre nebbiosa che avvolge La Superba quando spira lo scirocco) che avvolge un dramma ottimamente confezionato, pieno di nubi che annunciano la pioggia ma che al fondo verranno bucate da uno spiraglio di sole.

2 commenti:

  1. Ora mi fingo un critico da strapazzo e parlo di "trilogia delle congiunzioni": Giorni E nuvole, Pane E tulipani, Agata E la tempesta. In realtà poco mi frega di trovare nessi e connessioni, ma solo esprimere una sensazione di comunanza fra questi tre lungometraggi. Ciò detto aggiungo che, anche per storia personale, questo film mi ha particolarmente toccato nella sua capacità di rappresentare con eccezionale realismo ed eccellente resa drammatica azioni e reazioni tipicamente umane. Impressionante la scena finale, parallelismo fra il "sì" di Maria all'Annunciazione e il "sì" di una moglie disposta a riaccogliere un uomo che porta con sé un enorme carico di sofferenze. Una visione non banale del matrimonio, inteso non solo come la grande figata sentimentale pronta a sciogliersi alle prime difficoltà, ma anche come "sacrum facere".
    p.s.: ecchissenefrega se Soldini non aveva intenzione di comunicare tutto ciò. Anche Collodi non aveva intenzione di descrivere l'umanità quando ha scritto "Pinocchio".
    Raptus

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