Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

giovedì 5 agosto 2010

Che fine ha fatto Osama Bin Laden?

Medio Oriente coast to coast

Where in the World is Osama Bin Laden? (2008)
di Morgan Spurlock
documentario


Morgan Spurlock, che già aveva messo a repentaglio il suo fisico in Super Size Me, documentando la sua dieta di solo fast food (esperimento più che tendenzioso: qualsiasi tipo di alimentazione sarebbe nociva se assunta per un mese consecutivo in modo esclusivo), si sposta in Medio Oriente per dare la caccia al terrorista più ricercato d'America. L'imminente nascita di un pargolo lo spinge alla domanda: non farei crescere mio figlio in un mondo migliore se Bin Laden venisse consegnato alla giustizia? La domanda è retorica, lo sviluppo ironico, il rischio la scontatezza di cadere in luoghi comuni (tipo Al Quaeda che nasce da una costola di Washington). In verità il documentario si trasforma in un viaggio tra Egitto, Marocco, Afghanistan, Pakistan, Israele e Arabia, più in un collage di razze che in una denuncia politica anche se il credo del regista pende sempre dalla parte sinistra della bilancia, con velata condanna a Israele e sostanziale assoluzione dei musulmani. Che ripudiamo Osama, si mostrano sorridenti ed accoglienti e danno luogo a qualche gag divertente. Più Cousteau che Moore, rischia la noia, anche se è apprezzabile la tesi di fondo, fondamentale nella sua banalità: tutti hanno a cuore il desiderio di vedere il proprio figlio crescere ed essere educato nella giusta maniera.

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