Fiaba senza parole
3-Iron (2004)
di Kim Ki-duk
drammatico
Tae-Suk entra negli appartamenti della gente in vacanza: mangia, beve, fa foto ricordo, usa vestiti e oggetti dei proprietari e ricambia facendo il bucato e riparando orologi e bilance. Non ruba niente e non fa distinzione di classi sociali, visitando le dimore dei ricchi come quelle dei poveri. Qualche volta i padroni rientrano anzitempo e qualche volta la casa in cui si intrufola non è del tutto vuota: è così che incontra Sun-Hwa, giovane donna che vive un'esistenza infelice oppressa dal marito-padrone. Lo lascia e segue il ragazzo nella sua bizzarra vita che li condurrà in situazioni talvolta comiche, talatre drammatiche, prima dell'inevitabile arresto. Il tutto in rigoroso silenzio, quasi i due non avessero bisogno di parole per comunicare, in una sceneggiatura dove i dialoghi sono ridotti all'osso e a momenti di surreale e fiabesca ironia (la scena nella prigione è una chicca) si alternano picchi di crudo dramma spesso privo di senso.
martedì 9 febbraio 2010
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