Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

mercoledì 3 febbraio 2010

Il viaggio della sposa

Lieto teorema sulla gratuità

Il viaggio della sposa (1997)
di Sergio Rubini
commedia


Campania, XVII secolo. Porzia, giovane nobile cresciuta in un convento, viene condotta, scortata da un manipolo di militari, a Bari, dove incontrerà il suo sposo promesso. Ma il gruppo viene assalito dai briganti lasciando la ragazza con il solo Bartolo (ottimo Sergio Rubini), rozzo stalliere ignorante ma scaltro che sa bene "quante paia fanno tre buoi". E' un uomo semplice e disponibile, laddove lei (Giovanna Mezzogiorno, che non si risparmia una smorfia per rendersi insopportabile ad ogni inquadratura) è altezzosa e sgarbata. Ma ben presto la diffidenza lascerà il posto alla gratuità gettando le basi per un finale non lieto ma che mostra la lietezza dell'amore vissuto con distacco, senza possesso, in controtendenza con la morale classica del film italiano, valore aggiunto che rende apprezzabile una commedia altrimenti un po'insipida.

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