Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

sabato 30 gennaio 2010

Italians

Garbato stereotipo tricolore

Italians (2009)
di Giovanni Veronesi
commedia

Corna, calcio, spaghetti, risse, Ferrari, cafonerie varie, Scamarcio che rifà Totò, Castellitto in versione Modugno: ci sono tutti i luoghi comuni made in Italy, e la cosa poteva far pensare ad un cinepanettone bis fuori stagione. Ma Veronesi nella scala evolutiva del cinema nostrano è un passo dopo Vanzina, e qui shakera il tutto con garbo in salsa araba (Scamarcio e Castellitto camionisti a Dubai) e russa (Verdone a San Pietroburgo tra prostitute e mafia), tenendo la volgarità al minimo sindacale . Quando la commedia cerca di alzare il tiro per affondare le unghie nella nobile satira dei costumi non riesce a graffiare. Ma si sghignazza più volte, e qualche piccola chicca (il monologo finale sull'Italia dei dialetti è apprezzabile) riesce a non farci cinematograficamente vergognare di essere italiani.

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