Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

lunedì 18 gennaio 2010

Crossing over

Caotica Babele

Crossing Over (2009)
di Wayne Kramer
drammatico


Storie di intolleranza e di razzismo in un'America che cerca di smaltire le paranoie post 11 Settembre. Che poi forse tanto paranoie non sono se la ragazzina con chador, che qui vorrebbe rappresentare proprio l'esagerato accanimento a stelle e strisce contro le presunte minacce, inneggia bellamente alla jihad. C'è l'ebreo che si finge devoto, l'aspirante (non casta) diva che usa mezzucci per avere una green card, iraniani, coreani e messicani da una parte e dall'altra delle barricate, quella che divide chi ha la cittadinanza americana da chi sta cercando di ottenerla ad ogni costo, e quella che separa i buoni e i cattivi: alla fine si scoprirà che le due non coincidono e che fare il bene o il male non è una questione di bandiere. Il tutto collegato da un intontito Harrison Ford (che dà il suo peggio al pari di Ray Liotta ), agente dal cuore d'oro del Dipartimento dell'Immigrazione di Los Angeles, e dall'avvocatessa che si batte per i diritti delle minoranze (con tanto di catenina -d'oro?- pro Africa, per chi non avesse capito da che parte sta). L'idea della Babele dei giorni nostri è accattivante, ma già provata, e con assai migliori risultati, altrove (Babel piuttosto che Traffic e soprattutto Crash); qui, senza un'adeguata architettura a sorreggerla, implode caoticamente in se stessa.

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