Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

lunedì 15 marzo 2010

Il postino suona sempre due volte

Nervoso remake

The Postman Always Rings Twice (1981)
di Bob Rafelson
thriller


Da un'arcinota opera, già portata sullo schermo quarant'anni prima, qui riadatta da Bob Rafelson che affida il ruolo di protagonista all'affilato ghigno sornione di Jack Nicholson, e quello della femme fatale ad una Jessica Lange contenuta. La sceneggiatura di un David Mamet agli esordi (firmerà capolavori come Gli Intoccabili e Americani) ricalca in toto quella del film del '46 tranne per qualche curiosa aggiunta (la prima fuga, gli scout) e leggera differenza (l'avvocato che si intasca i 10.000 dollari dell'assicurazione, un'amante che non si limita a restituire una cravatta ma opta per qualcosa di più ruggente); poi il finale secco, che omette le romanticherie per sterzare verso un crudo realismo che però tralascia completamente anche il ruolo del fato ineluttabile che dava senso e titolo al film. Ma il clima resta ugualmente cupo, nervoso e i molteplici momenti di stanca creano solo il presupposto per esacerbare la tensione.

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