Sull'orlo della crisi
Wall Street: Money Never Sleeps (2010)
di Oliver Stone
drammatico
Chiariamolo subito: il confronto con l'originale del 1987 non regge mai, soprattutto laddove quello fu un film cult profetico e questo si gongola con vaticini post eventum. Il film, sfilacciato nel tentativo di dire troppo, ha il solo merito di non annoiare. Lo skyline della città che, come i soldi, non dorme mai, racchiude nuovi squali e vecchi rancori: Bretton James (bene Josh Brolin, fu Bush W., sempre di Oliver Stone; anche se a rubare la scena è uno straordinario Eli Wallach con 95 primavere!) prende il posto dell'avido Gekko: giochi sporchi che portano all'estremo gesto un vecchio guru di Wall Street, ovviamente onesto, mentore del giovane Jacob. Cui brillano gli occhi quando si parla di soldi, ma anche di energia pulita e della sua amata Winnie Gekko, idealista sinistroide, figlia di Gordon, uscito di prigione dopo otto anni di reclusione che gli hanno cambiato la vita. Ora predica il buon senso negli affari annunciando la crisi imminente e cerca di riconquistare la figlia delusa, con l'aiuto del giovane broker. Ma anche l'avidità del buon Gekko, che perde il pelo ma non il vizio, non dorme mai, e quando il crack del 2008 si abbatte come una tempesta su mondo della finanza, affila ghigno e artigli per tornare a graffiare. Il rischio era capitombolare nell'amarcord: Oliver Stone mette il freno alla nostalgia (forse troppo: l'incontro dopo 23 anni tra Gekko/Michael Douglas e Bud Fox/Chralie Sheen meritava sicuramente maggior enfasi) cercando di stare al passo con i tempi nella forma e nel contenuto: moto che sfrecciano, derivati, mutui subprime e una regia con effettacci danno il ritmo al film, senza però offrire un'efficace analisi del mondo finanziario come seppe fare 20 anni fa.
venerdì 29 ottobre 2010
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Condivido tutta la linea, Uedro.
RispondiEliminaIl film è a tratti piacevole, alcuni spunti sono interessanti ("Qual è il tuo prezzo?" "Di più"), la fotografia è curatissima e Michael Douglas è ottimo pur se tumorato, però... Non è Wall Street.
Mancano le massime di vita sprezzanti, manca l'introspezione nel desiderio degli uomini, manca un personaggio vero: il nuovo Gordon Gekko non è il vecchio squalo di una volta, Bretton James non è cattivo abbastanza, a Jacob Nonricordocomesichiama non è vero che brillano gli occhi quando si parla di soldi (non quanto a Bud Fox nel precedente episodio).
Insomma... con una crisi finanziaria come l'ultima si poteva fare di più, si doveva fare di più.
Per chiudere: i momenti di sentimento, lacrimoni e bimbi in arrivo sono pallosi e inguardabili. Se vado a vedere il seguito di Wall Street voglio vedere "ferro azzurro ama anacott acciaio", mica sentir parlare di energia solare, sentimenti, bimbi in arrivo et similia, sennò mi sparavo un film di Moccia.
Più che altro sembra che ci volesse mettere dentro tutto: la crisi, l'amarcord, la famiglia, l'energia buona, il thriller, i copi di scena.
RispondiEliminaCondivido quanto avete detto. Secondo me era troppo facile fare un film sulla crisi ricliclando gordon e co. Detto questo è un film che ti tiene incollato alla poltrona e questo non è poco. Pannoch
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