Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

mercoledì 29 settembre 2010

Rocky Balboa

Eroe noir

Rocky Balboa (2006)
di Sylvester Stallone
drammatico


Ti aspetti i cazzotti e invece, dopo il moscio quinto capitolo, Sylvester Stallone sforna un film che, per un'ora, è una densa chicca nostalgica. Il triste destino della vecchiaia dell'eroe, meno tragico di quello di Gassman ne I mostri, ma ugualmente struggente. Rocky ha appeso i guantoni al chiodo e le sue gesta sono solo aneddoti da raccontare agli avventori del suo ristorante. Le note del celebre brano Gonna Fly Now echeggiano in lontananza accompagnandolo mentre fa visita alla tomba di Adriana, fa la spesa e attraversa con il cognato Paulie (Burt Young) i luoghi della sua gioventù trionfante, un tour tra i fantasmi del passato che ancora lo tormentano. Il film che scoperchiò il vaso dell'"operazione nostalgia" (dopo di lui risorsero dagli anni '80 Rambo, Die Hard, Indiana Jones, Wall Street e, a breve, Tron), nasconde i muscoli per mostrare l' anima noir di un uomo che fa il bilancio della sua vita senza il timore di mostrare le rughe. Ma il richiamo del ring è troppo forte e due fatti imprevedibili fanno cambiare rotta alla pellicola: lo stallone italiano decide di tornare a combattere e l'aitante e sfrontato giovane campione del mondo lo sfida. Doveva essere una semplice esibizione, si trasformerà in un incontro vero. Il film non è esente da scivoloni: monologhi iper retorici sputati addosso al figlio (Milo Ventimiglia, sarà Peter Petrelli in Heroes) con ferocia plastificata e l'incontro finale fuori tono per quanto emozionante. Ma se non avesse mostrato i muscoli, il sangue e il sudore (e la vita spiegata attraverso la boxe), non sarebbe stato Stallone, non sarebbe stato Rocky.

1 commento:

  1. Ma come mai stallone continua a fare film in cui è l'ombra di se stesso?

    E' il suo canto del cigno?

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