Piccoli miracoli nella banalità
A Walk to Remember (2002)
di Adam Shankman
drammatico
Film dalla doppia personalità contrastante: tanto la "confezione" è superficiale, quanto il "contenuto" è profondo (inevitabile riflesso di chi sta dietro le quinte: il regista firmò i deboli Un ciclone in casa e Missione tata, mentre il soggetto è tratto da un romanzo di Nicholas Sparks, già autore del raffinato Le parole che non ti ho detto). La prima mezz'ora sembra infatti la classica tragicommedia generazionale alla Dawson Creek o O.C: giovani (ri)belli col fisico perfetto e il ciuffo, storielle da college dove lo smargiasso dal cuore d'oro abbandona la spensierata gioventù finto-bruciata per seguire la ragazza bruttina, che poi tanto bruttina non è, sfigata all'apparenza ma speciale dentro, che scruta il cielo per cercare le stelle e forse qualcosa di più. Ma il rapporto che nasce tra loro dischiude pian piano qualcosa di sicuramente diverso rispetto alla zuccherina morale tanto in voga oggi: i miracoli che accadono non sono la realizzazione dei propri sogni ma il vedere una persona che, sentendosi guardata in modo diverso, cambia, mentre l'irrompere del dramma non è una sfortuna cui ribattere con un amore mocciano/mucciniano, ma l'occasione per sentenziare che forse "il progetto di qualcun'Altro è migliore del mio". Fattore che non risparmia le lacrime, ma consente di viverle con la serenità di chi è certo che ci sia un Amore più grande che abbraccia anche le umane sofferenze.
martedì 6 aprile 2010
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