Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

mercoledì 12 maggio 2010

Il caso Moro

Fermezza cronachistica

Il caso Moro (1986)
di Giuseppe Ferrara
drammatico


I 55 giorni di prigionia di Aldo Moro, presidente della Dc, rapito il 16 marzo 1978 a Roma dalle Brigate Rosse che sterminarono la  sua scorta e lo rinchiusero in uno stanzino per oltre un mese, tenendo con il fiato sospeso l'Italia  e il Governo allora presieduto da Giulio Andreotti. Gli intrighi politici (le Br chiedevano allo Stato il riconoscimento politico attraverso la scarcerazione di tredici loro compagni) lasciano spazio al dramma dell'uomo, interpretato sobriamente da Gian Maria Volontè, convinto di poter dialogare coi suoi carcerieri e deluso dal comportamento dei politici, Cossiga e Andreottti in primis, che preferirono la linea della "fermezza" al patteggiamento, senza cedere ai ricatti dei brigatisti. Tragedia annunciata, forse inevitabile, una delle pagine più tristi della recente storia d'Italia, qui tratteggiata con stile cronachistico e sommessa commozione. Ad oggi il miglior film sul caso, sicuramente meglio della fantapolitica di Piazza delle Cinque Lune, della tendenziosità di Buongiorno, notte e del televisivo Aldo Moro - Il Presidente.

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