Delicato naufragio
Mar adentro (2004)
di Alejandro Amenabar
drammatico
Ramòn Sampedro (eccezionale Javier Barden pre-Coen) vive da 28 anni nel suo letto, accudito da fratello e cognata nella loro casa a pochi passi dal mare, quello stesso mare che una vita prima gli tolse l'uso del corpo causa tuffo incosciente. Ora vuole la morte, la desidera più come impeto concettuale che come necessità fisica, la reclama con il sorriso e con quell'ironia amara che ha contraddistinto la sua esistenza. Essendo una questione di principio e non di sostanza, si ostina però a passare per le aule dei tribunali, affinchè la legge si pronunci sulla legittimità del gesto. A seguire il caso sarà una giovane avvocatessa che rimarrà folgorata prima dalla cupa vitalità dell'uomo e poi da una malattia degenerativa che la costringerà a lasciare il lavoro. Il suo caso fa scalpore, il clero è mostrato handicapatto ben oltre la condizione fisica del prete tetraplegico che maldestramente cerca di dissuaderlo, la famiglia che per anni lo ha accudito è ridotta ad attonita comparsa, le nuove persone che porteranno colore nella sua vita solo ulteriori segni della sua diversità. Delicatissima ma spietata riflessione sul tema dell'eutanasia il cui unico orizzonte è quello di una vita i cui parametri sono fissati dall'uomo: se vengono meno, l'esistenza non ha più dignità e la morte diventa l'unica risposta coerente.
martedì 11 maggio 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento