Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

martedì 11 maggio 2010

Mare dentro

Delicato naufragio

Mar adentro (2004)
di Alejandro Amenabar
drammatico

Ramòn Sampedro (eccezionale Javier Barden pre-Coen) vive da 28 anni nel suo letto, accudito da fratello e cognata nella loro casa a pochi passi dal mare, quello stesso mare che una vita prima gli tolse l'uso del corpo causa tuffo incosciente. Ora vuole la morte, la desidera più come impeto concettuale che come necessità fisica, la reclama con il sorriso e con quell'ironia amara che ha contraddistinto la sua esistenza. Essendo una questione di principio e non di sostanza, si ostina però a passare per le aule dei tribunali, affinchè la legge si pronunci sulla legittimità del gesto. A seguire il caso sarà una giovane avvocatessa che rimarrà folgorata prima dalla cupa vitalità dell'uomo e poi da una malattia degenerativa che la costringerà a lasciare il lavoro. Il suo caso fa scalpore, il clero è mostrato handicapatto ben oltre la condizione fisica del prete tetraplegico che maldestramente cerca di dissuaderlo, la famiglia che per anni lo ha accudito è ridotta ad attonita comparsa, le nuove persone che porteranno colore nella sua vita solo ulteriori segni della sua diversità. Delicatissima ma spietata riflessione sul tema dell'eutanasia il cui unico orizzonte è quello di una vita i cui parametri sono fissati dall'uomo: se vengono meno, l'esistenza non ha più dignità e la morte diventa l'unica risposta coerente.

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