Doppio poker femminista
Due partite (2009)
di Enzo Monteleone
drammatico
Anni '60: quattro donne ogni giovedì si ritrovano attorno a un tavolo per giocare a carte e raccontarsi i propri dolori e le proprie sofferenze di mogli/madri/amanti in bilico tra tradizione e modernità. Le acconciature e i colori (troppo) pastello nascondo i volti di un poker di attrici (Cortellesi, Ferrari, Massironi, Buy) che facevano ben sperare, ma che relegate in una stanza e in un dialogo continuo che sa più di teatro (chè da una pièce teatrale di Cristina Comencini, qui sceneggiatrice, viene) che di cinema, non sono mai incisive. Trent'anni dopo il quartetto perde una componente e le rispettive figlie (Crescentini, Pandolfi, Rohrwacher, ma la migliore è la meno nota Valeria Milillo) si ritrovano nella stessa stanza al capezzale della ragazza che ha perso la madre. Cambiano i colori, rimane l'insoddisfazione, unico elemento che accomuna l'esistenza di queste donne che vorrebbero rappresentare l'intero universo femminile con le sue sfaccettature e il suo desiderio di libertà e indipendenza, ma non fa altro che sbattere contro un reiterato e frustrante femminismo.
mercoledì 13 ottobre 2010
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