Luna Park in celluloide
Pirates of the Carribean: The Curse of The Black Pearl (2003)
di Gore Verbinsky
avventura
Dopo aver visto film tratti da libri, opere teatrali, fumetti e videogiochi, ecco il primo caso di lungometraggio ispirato da un'attrazione di un parco giochi a tema della Disney (che produce e benedice la pellicola). La conseguenza è un luna park cinematografico dove la trama avvince, l'azione convince e i dialoghi sono fuochi d'artificio, specie quando a lanciarli è Johnny Depp, rozzo e mirabolante pirata-gitano (che prende in prestito il look di Keith Richards, chitarrista degli Stones), ironico e scaltro anti-eroe dal cuore buono e il doppio gioco facile a fin di bene, lanciato alla ricerca di navi (la Perla Nera di cui era capitano) e medaglioni responsabili di terribili sortilegi, invischiato in storie di rhum, di duelli e di saccheggi/requisizioni come da perfetta tradizione bucaniera, con la flotta inglese alle calcagna. E la sua caricatura cartoon è talmente magnetica tanto da divenire quasi un problema, dal momento che quando è assente dalla scena si sente troppo la sua mancanza e il film ne risente, nonostante il resto della ciurma (Orlando Bloom, Keira Knightley, Geoffrey Rush) cerchi di arginare il problema. Iperbolico, scoppiettante, pungente: sarebbe potuto essere l'Indiana Jones del nuovo millennio (ha anche una sua marcetta trionfale a sottolinearne i momenti di maggior pathos) se non avesse avuto il vizio di disperdersi troppo in combattimenti prolungati, in una storia d'amore zuccherosa e se i capitoli successivi della saga si fossero mantenuti su questo primo, ottimo livello.
domenica 14 febbraio 2010
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