Ne(r)orealismo yankee
Miracle at St.Anna (2008)
di Spike Lee
drammatico
L'omicidio a sangue freddo di un cliente delle poste da parte dello sportellista afroamericano scatena la girandola dei ricordi: Toscana, 1944. Quattro soldati neri si accampano presso il paesino di Sant'Anna. Le loro storie si intrecceranno con quelle della realtà locale, tra partigiani per una volta non immacolati e un tragico e gratuito sterminio. Qualche tocco fiabesco (il rapporto tra il "gigante di cioccolato" e il bambino da lui salvato), qualche momento di azzeccata tensione drammatica (la preghiera prima dell'eccidio, realmente accaduto), qualche minimalismo neorealista, un po' di retorica, tante sbavature, lunghezza eccessiva. Spike Lee cerca di unire il dramma dei neri d'America, all'epoca ancora discriminati anche in seno all'esercito, e gli orrori della guerra, accostando sconosciuti (e ottimi) volti d'Oltreoceano a quelli noti nostrani (Valentina Cervi , Pierfrancesco Favino). Una sottile spiritualità aleggia sul film, senza riuscire a compiere il miracolo di trasformarlo in capolavoro.
giovedì 25 febbraio 2010
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