Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

martedì 20 luglio 2010

Mine vaganti

Potenziale commedia (buffa) 

Mine vaganti
di Ferzan Ozpetek
drammatico

In Italia sembra esserci una legge non scritta per cui tutti i grandi attori per essere ritenuti tali debbano interpretare almeno una volta la parte di un omosessuale. Si sono cimentati nel ruolo negli ultimissimi anni: Accorsi, Favino, Rubini, Albanese, Argentero, Lo Cascio, Santamaria. E dove può andare un belloccio ad esercitare le sue smanie di mossettte, sculettii e ammiccamenti se non alla corte di Ozpetek, che invece sembra non possa realizzare un film senza infilarci dentro alemno un paio di gay? Questa volta è toccato a Riccardo Scamarcio, il figlio più piccolo di una famiglia tutta boghese di magnati della pasta, tornato in terra salentina dopo gli anni romani: i suoi lo pensavano playboy e studente di economia, lui preferisce scrivere e dedicarsi agli uomini. Confida al fratello maggiore (Alessandro Preziosi) la sua condizione e la volontà di mettere al corrente la famiglia, ma lui lo precede facendo outing per primo e venendo messo al confino. Seguono dubbi vari, intolleranze borghesi e retrograde, malcelate aperture e ambiguità di tutti i sessi prima che entrino in scena le vere mine vaganti (titolo geniale che occhieggia anche al revival di Mina nella colonna sonora), ovvero i componenti della frocissima banda romana in visita dall'amico. Ozpetek non resiste a sfornare i più tipici stereotipi gay, ma lo fa con un gran tocco da commediografo, non sappiamo quanto voluto, e per una mezz'ora si ride sul filo dell'equivoco. Prima di rientrare nel dramma e nella sua solita morale: non è importante quello che sei, l'importante è quello che senti. La sessualità come ogni aspetto della vita, l'istintività al primo posto: la saggia nonna diabetica, esaurito il suo compito moraleggiante, si abbuffa di dolci e muore col sorriso. "Sei felice?" chiede la sorella al protagonista. L'indecisa smorfia di risposta vale più di mille commenti.

5 commenti:

  1. Le tue stroncature mi piacciono ogni giorno di più.

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  2. Cmq ormai è sempre la stessa storia trita e ritrita: l'importante è l'amore. Ed è solo una questione di tabù, adesso si inneggia all'amore omossessuale, poi sarà il turno dell'amore efebico (che moccia sta già sdoganando), poi sarà il tempo dell'amore alle capre e agli altri animali, poi ci sarà l'incesto (se amo mia madre che problema c'è?) e infine, in nome della libertà relativista di amare ciò che si vuole) sarà sdoganata la pedofilia. Almeno l'industria cinematografica avrà un sacco di materia!

    Tra l'altro non capisco una cosa: nel cinema appunto è inneggiata ogni sorta di amore, tranne che la famiglia, dipinta sempre come ipocrita, bacchettona e tomba dell'amore. Mah...

    Infine, è proprio vero, ormai Orlando è prigioniero del suo personaggio. Lo preferivo quando stava a Vicini di casa con la Golia e Teo Teocoli.

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  3. Bravo, hai sottolineato con efficacia l'indirizzo che sta prendendo il cinema italiano. In "Diverso da chi?" a un certo punto uno dei protagonisti omosex dice testualmente: "Cosa mi importa se lui (Argentero) ama un uomo, una donna, un cammello". Sintomatico.

    L'unica salvezza è che spesso anche i maggiori sostenitori dell'amore omosessuale finiscono per dipingere i gay come macchiette: fino a quando il gay al cinema farà ancora ridere grazie ai suoi atteggiamenti evidentemente diversi, c'è ancora speranza.

    Ps: che finezza la citazione di Vicini di casa

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  4. http://www.youtube.com/watch?v=YdgoZ5ugCAE&feature=player_embedded

    questo non si può proprio perdere...
    dove finiremo?

    Capitano

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  5. I puffi mi sono sempre piaciuti.

    Carletto (da non confondersi con Carluccio)

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