Azione superbrillante (nonostante i supererrori)
Iron Man (2008)
di Jon Favreau
azione
Il film si apre con Back in Black degli AC/DC, storico pezzo heavy metal che dà l'imprintig ad un opera che si muove agile e sarcastica a ritmo di rock. La storia è quella di uno dei più noti supereroi Marvel: l'eccentrico sciupafemmine Tony Stark, rampollo di una famiglia che gli ha lasciato in eredità la più grossa azienda bellica del mondo, viene rapito in Afghanistan (era il Vietnam nell'originale ideato da Stan Lee, papà di Spiderman&co.), salvato dalle schegge di una bomba grazie ad un magnete impiantatogli nel petto e costretto a costruire in una grotta, una super arma. Lui salda ferraglia e circuiti e se ne esce invece con una super armatura azionata dal magnete che lo tiene in vita. Tornato a casa perfeziona il suo vestito di ferro (anche se, tecnicamente, sarebbe titanio), lascia la vecchia attività e si dedica a fare piazza pulita di tutti i cattivoni in circolazione, a partire dal terrorista che lo aveva rapito che riuscirà, grazie ad un "insospettabile" complice, a clonare l'invincibile corazza. La struttura è sempre quella di casa Marvel: cattivi psicopatici con deliri di onnipotenza contro buoni senza macchia ma con molte paure. La realizzazione, brillante, elettrizzante e coinvolgente (in gran parte merito di uno sfavillante Robert Downey Jr dalla battuta facile), è quella che ci si aspetta da un film così. E che fa chiudere un occhio sulle differenze tra fumetto e trasposizione cinematografica (in primis circa il problema dell'identità di Iron Man, qua svelata subito, negli albi posticipata di qualche decennio).
martedì 11 maggio 2010
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