Fallita operazione nostalgia
Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull (2008)
di Steven Spielberg
azione
Nel mondo del cinema c'è qualcosa di più rischioso di un sequel: un sequel a 20 anni di distanza. Dopo Rambo, Rocky e il tenente Mc Clane (Die Hard), un altro personaggio cult di hollywood risorge dalle polveri degli anni '80 per venire in soccorso ad un genere oramai agonizzante. Avremmo preferito che non lo facesse, nonostante non sia Harrison Ford ad apparire vecchio (la sua faccia sempre sospesa tra l'ironico e l'ingenuo è ancora perfetta) quanto chi firma soggetto (George Lucas) e sceneggiatura (David Koepp che ha firmato anche i recenti deludentissimi Angeli e Demoni e La guerra dei mondi: solo un caso?). La ricerca del famigerato teschio del titolo condurrà Dr. Jones e famiglia attraverso la giungla, braccati dai russi (capeggiati da un'algida Cate Blanchett) tra inseguimenti, lotte (ma il duello più gustoso se lo scippa Shia LaBeouf), formiche assassine, improbabili cascatate e un finale che ricorda più Stargate che i capitoli precedenti (richiamati continuamente alla memoria da allusioni reiterate, quasi non fosse altrimenti possibile capire che questo film faccia parte della stessa saga). Ma quello che scoccia di più non è tanto la poca verisimiglianza degli avvenimenti quanto la mancanza di tensione ed ironia che avevano invece caraterizzato le precedenti pellicole, tesori che, come diceva Indy un tempo "dovrebbero stare in un museo" invece di essere rispolverati con tale superficialità.
mercoledì 3 febbraio 2010
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Leggo su un sito: "È difficile recensire un film di Indiana Jones, perché si sa in anticipo che a coloro cui sono piaciuti i precedenti tre film non potranno che essere entusiasti di questo". Io la penso all'opposto. I veri Indymaniaci non possono tollerare tale scempio. Intendiamoci: il film di per se non è così malaccio. Sicuramente peggio dei recenti Misteri dei Templari, è comunque meglio di tanti prodotti odierni. Ma nel giudicarlo non si può prescindere dalla storia e dal confronto con quello che significa Indiana Jones nella storia del cinema. Furono tre capolavori, tra l'altro raro esempio di saga da grande schermo dove anche i sequel sono all'altezza del primo episodio. Indy rispolvera cappello e frusta, torna dopo 20 anni, oltretutto ancora tonico e in forma grazie alla faccia sbarbata di un Harrison Ford ancora all'altezza del personaggio, e mi tocca vederlo catapultato in situazioni così banali? Senza tensione, senza ironia, senza suspence, con scene buttate lì a caso. Doveva essere una cosa epocale, invece fa solo rimpiangere i bei tempi. Se poi uno non ha mai sentito parlare di Indiana Jones, allora può anche apprezzarlo, in parte (posto che certe cadute nel finale sfiorano l'insulto alla nostra intelligenza). Ma se uno non ha mai sentito parlare di Indiana Jones forse è il caso che si faccia delle domande prima di vedere questo o qualsiasi altro film.
RispondiEliminaUn applauso: condivido parola per parola.
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