Placido '68
Il grande sogno (2009)
di Michele Placido
drammatico
Il triangolo negli anni della contestazione, giusto perchè in Italia sembra non si possa fare un film senza love story. Qua è quella tra Scamarcio, poliziotto più per caso che per vocazione, Argentero, leader della rivoluzione all'amatriciana e Jasmine Trinca, ragazza borghese (uuuh...che paura la famiglia bigotta cattolica degli anni' 60), sedotta dagli ideali sessantottini. Il belloccio in divisa si infiltra nell'università dove gli studenti si ribellano, si unisce al gruppo, conquista i compagni e il cuore della bella, prima che si sveli il tradimento. Michele Placido, che fu poliziotto in Romanzo popolare negli anni in cui Pasolini sosteneva che quelli in divisa che prendevano le bastonate erano i veri proletari, smania dalla voglia di porsi come autore intellettuale e schietto, ma scivola nella retorica nostalgica post-sessantottina. Morale: la rivolta non graffia, la storia d'amore è soporifera, il film da evitare.
venerdì 6 agosto 2010
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La solita manfrina di Secondo Spettacolo: il 68 è brutto, l'omossessualità non va bene, etc. etc.
RispondiEliminaIo credo che invece il cinema italiano abbia il grande pregio di non guardare in faccia nessuno e di non temere il vostro politically correct sbattendo in faccia a voi critici imborghesiti la realtà nuda e cruda.
Il cinema italiano batte sempre sui soliti tasti: la famiglia? orrore, bisogna essere libertini; la chiesa? bigotta e corrotta; E' questa la "manfrina", la retorica del '68 è sempre la stessa (e poi cosa vuol dire "non va bene": non è discorso di andare bene o meno, è un fatto, c'è stato e punto. Il problema è idolatrarlo), e il politcally correct un dovere morale. E cmq non è certo questo il problema (che di certo non mi faccio problemi di contenuti per commentare un film: vedi Mine Vaganti, apprezzabile per molti aspetti): il film è noioso e superficiale. Guardalo, poi mi dici.
RispondiEliminaE cmq sei un grande che vieni a commentare il 6 di agosto
RispondiEliminaBè ultimamente c'è stato "La nostra vita" di Daniele Lucchetti dove la famiglia non è "orrore, bisogna essere libertini".
RispondiEliminap.s. Uedro, che tu sia un critico imborghesito è un gidizio che comincia a circolare con insistenza nel web.
Bob, non puoi sperare di stravolgere un concetto facendomi UN esempio. Ti sfido a sostenere che la morale dominante non sia quella da me delineata.
RispondiEliminaNo ma infatti non volevo stravolgere il concetto. Anzi, quello che dici mi sembra condivisibile. Portavo solo un elemento ulteriore alla discussione. Tra l'altro prima di scrivere ho chiesto alla mia memoria altri esempi, ma effettivamente non mi è venuto in mente nient'altro (almeno nel cinema italiano recente). Addirittura mi sarebbe piaciuto citare qualche pellicola dove la Chiesa non è bigotta e corrotta, ma oltre a Don Camillo e Peppone, piuttosto datati, non ho trovato nulla.
RispondiEliminaPerò mi piace questa tua risposta piccata.
E comunque, se il problema è che avevo fatto solo UN esempio, bè ne aggiungo un paio: "Non pensarci" e "L'uomo nero".
RispondiEliminaNo, non era quello il problema
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